Rapporto tra massa muscolare e ossa

Pubblicato un nuovo studio sul Journal of Bone & Mineral Research

E’ ormai universalmente noto come la perdita progressiva della massa muscolare e della densità ossea siano entrambi effetti dell’invecchiamento, ma esistono ancora pochi studi sul rapporto esistente fra la salute della massa muscolare e quella delle ossa. A questo proposito è stato pubblicato di recente sul Journal of Bone & Mineral Research uno studio [1] dal quale sono emerse a riguardo notevoli differenze fra uomini e donne.

“I risultati del nostro studio si vanno ad aggiungere alla crescente mole di dati già esistenti a sostegno della rapporto complementare fra ossa e muscoli e getta nuova luce sui potenziali biomarcatori che possono dare indicazioni sulla salute dell’apparato musculoscheletrico” ha dichiarato uno degli autori, Nathan LeBrasseur, del Dipartimento di Medicina Fisica e Riabilitazione presso la Mayo Clinic.

I ricercatori hanno esaminato la storia clinica di 272 donne e 317 uomini di età compresa fra i 20 e i 97 anni studiando il rapporto fra la massa muscolare e forza e struttura delle ossa riscontrando come nelle donne ci sia una forte connessione fra la microarchitettura dell’osso trabecolare degli avambracci, ad alto rischio di frattura in caso di osteoporosi.
È stato inoltre rilevato che più è elevato il livello di proteina IGFBP-2 circolante, più diminuisce la dimensione della massa muscolare.

“Abbiamo riscontrato che la proteina IGFBP-2, già collegata alle fratture di natura osteoporotica negli uomini, è un biomarker negativo per entrambi i sessi – ha detto ancora il Dott. LeBrasseur – e questa scoperta potrebbe essere utile per individuare le persone particolarmente a rischio fratture in caso di cadute”.

Fonte: Science Daily

Bibliografia:
1. Nathan K. LeBrasseur, Sara J. Achenbach, L. Joseph Melton, Shreyasee Amin, Sundeep Khosla. Skeletal muscle mass is associated with bone geometry and microstructure and serum IGFBP-2 levels in adult women and men. Journal of Bone and Mineral Research, 2012; DOI: 10.1002/jbmr.1666

Pazienti anziani: il citrato di potassio migliora la densità ossea

ricercatori hanno verificato l’azione degli alcali nel contrasto del declino dell’apparato osseo utilizzando due metodi di imaging osseo,la mineralometria ossea computerizzata (MOC) solitamente impiegata per la misura della densità minerale ossea per la diagnosi della osteoporosi e la Tomografia computerizzata (CT).

Sigrid Jehle, MD, dell’Università di Basilea in Svizzera, insieme ai colleghi ha condotto lo studio randomizzato, in doppio cieco, su 201 pazienti con più di 65 anni, a tutti sono stati somministrati calcio e vitamina D, a 101 pazienti è stato somministrato inoltre potassio citatro per via orale (60 mEq) mentre i restati 100 hanno ricevuto il placebo.

Dall’analisi dei risultati è emerso che il citrato di potassio ha favorito l’aumento della densità minerale ossea a livello della colonna lombare dell’1,7% rispetto al livello basale, dopo 24 mesi rispetto al placebo. Inoltre la Tomografia computerizzata ha misurato un aumento del 1.3 %della densità trabecolare.

Il dr. Jehle e i collegh al termine dello studio hanno concluso che il citato di potassio somministrato a pazienti anziani, in buona salute con massa ossea normale, già assuntori di integratori di calcio e vitamina D, possa quindi essere un valido aiuto per aumentare la densità minerale ossea e la densità trasecolare.

Bilbiografia: Jehle S. J Clin Endocrinol Metab. 2012;doi:10.1210/jc.2012-3099.

La tecnica DPS è efficace per la riparazione percutanea dinamica del tendine d’Achille rotto

La tecnica di ” sutura dinamica percutanea” (DPS), una variazione della tradizionale riparazionepercutanea del tendine d’Achille rotto, permette da un lato di ridurre il tasso di complicanzerispetto a interventi a cielo aperto, dall’altro di avere un basso tasso di ri-rottura e unamobilizzazione precoce che consente di ritornare prima all’uso dell’articolazione a pieno carico ealle attività motorie soprattutto in sportivi professionisti. E’ quanto emerge da uno studiorecentemente pubblicato sulla rivista European Journal of Orthopaedic Surgery &Traumatology. Nello studio sono stati coinvolti 80 pazienti (52 uomini e 28 donne), di cui10 atleti professionisti. Con la nuova tecnica DPS si praticano 10 micro-incisioni, 5 laterali e 5mediali alla parte posteriore del tendine, e si usa sutura riassorbibile. I pazienti sono stativalutati secondo i criteri stabiliti dal punteggio di valutazione clinica AOFAS. Non si sonoverificati ri-rotture o danni al nervo surale. In tutti i pazienti trattati, i risultati ottenutisono stati valutati da buono a eccellente. Un paziente ha avuto lievi disturbi della sensibilitàsui talloni laterali (completamente risolto in 2 mesi), e in due pazienti sono state riscontrateaderenze cicatriziali. La sutura assorbibile ha portato a una guarigione “dinamica” del tendine,attraverso un fissaggio “elastico” dei due monconi. In 8-12 settimane i pazienti sono ritornati apraticare attività sportiva.
BIBLIOGRAFIA
L. Gaiani, R. Bertelli, M. Palmonari (2012) EJOST 22(8):709-712